Sul fondo della caverna Barask e Garek trovano i resti di uno scheletro e dell’attrezzatura tipica dei minatori. Purtroppo il tempo e l’umidità ha reso inutilizzabile la maggior parte di essa ad eccezione degli oggetti metallici. L’ispezione dell’anfratto non porta a nessun altra scoperta e non vi sono ulteriori vie d’uscita, quindi i due decidono di tornare dai loro compagni, ma prima di andarsene Barask decide di raccogliere i resti ossei per poterli poi esaminare con calma. Nel fare ciò scopre sotto di essi una piccola scatola metallica ammaccata e segnata dal tempo che raccoglie senza aprirla. Ritornati dai loro compagni Garek viene fatto immergere nell’acqua con l’ausilio di una pergamena Nuotare per vedere se ci sono passaggi subacquei, ma l’unica apertura che scopre è quella da cui sgorga il fiume sotterraneo e la forza con cui fuoriesce l’acqua lo scoraggia dal tentativo di entrarci. Tornati al piano superiore dell’abitazione decidete di aprire la scatola prendendo tutte le precauzioni nel caso nasconda una trappola, ma tutto procede tranquillamente. All’interno trovate un paio di pergamene magiche, una sacchetto di cuoio contenente delle monete, un libro contabile dalla copertina in pelle ed avorio che racchiude informazioni riguardo alle entrate ed uscite nella gestione di una miniera, ed un pezzo di pergamena accartocciata su cui trovate scritto “ Maledetto Netia, mi ha avvelenato ed abbandonato qui... mi ha rubato la mappa... non voleva dividere... che la giustizia di Tyr ti trovi e ti faccia pagare… ” La grafia è stentata e le frasi spezzate, quasi fossero le ultime parole di un moribondo. Il libro contabile non rivela nulla di importante se non la presenza in un paio di occasioni del nome Ulgo Fant . Mentre il gruppo è concentrato sul contenuto della scatola metallica, Mizdayen decide di fare un giro di perlustrazione e scopre che nel retro del giardino abbandonato c’è un pozzo che contiene ancora acqua. Quindi tutti si riuniscono attorno ad esso e Samael viene calato nel pozzo per ispezionarlo nella speranza che in qualche modo sia collegato all’ingresso del tumulo che state cercando. Ma la sua ispezione risulta vana in quanto il pozzo dopo una ventina di metri si allarga e diventa una piccola caverna dove l’acqua entra attraverso minuscole fessure nella roccia e probabilmente ne fuoriesce attraverso altre. Magari è lo stesso fiume sotterraneo ad alimentarlo. A questo punto vi accampate al pian terreno della costruzione e vi rifocillate e riposate fino al giorno successivo dove, non ancora conviti, ritornate nella caverna sotto la costruzione per verificare una volta per tutte se sia possibile utilizzare il condotto di ingresso o di uscita dell’acqua per arrivare da qualche parte… o meglio a questo famigerato tumulo. Il livello dell’acqua però è salito rispetto al giorno prima e Garek e Samael si immergono sfruttando un incantesimo di Respirare Sott’Acqua lanciato da Mizdayen . Come già paventato da Garek risalire il condotto da cui sgorga l’acqua è quasi impossibile e sicuramente molto pericoloso, quindi Samael decide di infilarsi nello stretto anfratto da cui l’acqua fuoriesce dalla caverna. Dopo aver percorso circa una 15 di metri sott’acqua il cunicolo si apre su di una immensa caverna sotterranea le cui enormi dimensioni sono solo percepite dal mezzorco e l’acqua cade verso il basso per almeno un centinaio di metri, o così Samael deduce dal rumore. Quindi anche questa possibilità viene abbandonata. Ritornati alla luce del sole decidete a questo punto di cominciare a perlustrare i dintorni della costruzione, prima andando verso nord seguendo l’ipotetico percorso sotterraneo del fiume, ma non trovando nulla, e poi ritornando sui vostri passi e cominciando a muovervi in spirali sempre più ampie prendendo come punto di riferimento l’abitazione abbandonata. Finalmente a circa due ore di distanza dalla costruzione, verso est, scoprite un ampio portale monolitico dalle linee curve che è parzialmente nascosto dal sottobosco e da alcuni massi. Il portale da accesso ad un ampio corridoio largo almeno sei passi ed alto altrettanto. Il lungo corridoio si estende verso nord nell’oscurità ed una debole brezza porta con se mormorii sibilanti che suonano quasi come dei gementi. Le pareti presentano, ad un’altezza di circa un metro e mezzo, delle bande orizzontali fatte di semplici disegni geometrici ingannevoli. In alcuni punti le bande rivelano sorprendenti dettagli, mentre in altri le pareti sembrano essere state scalfite con armi o erose dai rigori del tempo. Frammenti di un’antica pittura, dalla colorazione porpora brillante ed uno smorto giallo senape, ancora aderiscono in qualche punto delle pareti, lasciando presumere che una volta queste pareti dovevano essere un orgia di colori. Un sottile strato di polvere ricopre il pavimento. Entrate e dopo pochi metri il corridoio presenta due ampie alcove a destra e a sinistra. Qui le pareti presentano danni più ingenti. Dozzine di puerili e goffe incisioni deturpano l’antica muratura. Un fagotto di stoffa sudicia, della dimensione di un halfling è adagiato nella parte terminale e tondeggiante dell’alcova ad ovest. Scoprite essere un vecchio giaciglio ormai tumefatto dal tempo, difatti si sbriciola al tocco. Un’ispezione ravvicinata comunque non rivela nulla di più. L’altra alcova invece è completamente vuota. Avanzate ancora nell’ampio corridoio e gli strani mormorii sibilanti aumento ulteriormente di intensità. Dopo pochi metri trovate altre due diramazioni verso est ed ovest profonde circa dodici passi. Quella ad est termina con un crollo strutturale come se il soffitto avesse ceduto ed ostruisce completamente il passaggio con terra, roccia e grossi massi. Mentre quello ad ovest termina con una piccola predella curvilinea di marmo che si eleva dal pavimento di circa 15 cm. I resti di uno strano apparato sono posti sulla piattaforma, il suo telaio curvo fa ricordare un grosso specchio, ma solo un terzo della cornice è rimasta. Da un’ispezione ravvicinata scoprite un inusuale glifo, della dimensione circa della testa di un mezzorco, che è stato inciso in maniera raffinata nella piastra di supporto dell’oggetto. Barask deduce che il glifo, non riconducibile ad alcun alfabeto da lui conosciuto, potrebbe essere in qualche modo collegato con gli Elementali dell’Aria , inoltre Mizdayen scopre all’interno della scanalatura del telaio, dove in origine poteva esserci lo specchio, delle minuscole schegge di una pietra nera e lucida che nessuno conosce e numerose rune e glifi incise. Il fattucchiere identifica i simboli arcani come collegati al trasporto. Procedendo ulteriormente lungo il corridoio principale vi accorgete che dal fondo sembra provenire una debole luce verdastra, mentre lo strano suono aumenta ancora di intensità ed i gemiti sembrano quasi diventare delle parole o delle frasi dette in un linguaggio totalmente sconosciuto. Gorka casualmente scopre che tra le bande orizzontali con i simboli geometrici si nascondono dei minuscoli fori e oltre a fuoriuscire dell’aria da essi sembrano anche essere la fonte dei gemiti. Ad un certo punto Il corridoio centrale si apre in un ampia sala con aperture che conducono sia ad est che ad ovest. Verso nord, proprio davanti a voi, si apre una arcata ampia sei metri ricoperta da cima a fondo di ragnatele traslucide. Una misteriosa luce verde guizza debolmente da oltre le ragnatele, gettando strane ombre in questa stanza. Nella stanza c’è odore di animale e pelliccia bagnata. Verso ovest, tre bassi gradini conducono ad un ampia predella in marmo, ma l’estremità del corridoio è immersa nell’oscurità, sebbene vi sembra di intravedere dei quadri o degli affreschi appesi alle pareti curve. Mentre enormi lastre sbrecciate di muratura e cumuli irregolari di detriti intasano il corridoio ad est, che pare anch’esso completamente bloccato dalla frana come quello più piccolo incontrato in precedenza. I sibilanti e quasi umani bisbigli presenti nel passaggio diventano un coro in questo ampio salone, echeggiando sinistramente contro le pareti. Garek però intravede una specie di passaggio tra le macerie presenti nel corridoio e si avvicina per investigare, quando improvvisamente un enorme lupo dal pelo nero e dagl’occhi rossi, sprizzanti un’intelligenza malvagia, ne fuoriesce balzandogli addosso. Subito dopo altri lupi lo affiancano e tutti siete costretti ad intervenire. I lupi sono grossi e molto aggressivi, ma non sono certo un problema per voi Spacca-Teschi che ve ne liberate subendo solo poche ferite.