L’entrata fa presupporre che una volta ci doveva essere un portale, ma i secoli e le intemperie hanno rimosso ogni traccia di esso e persino i bordi dell’ingresso non sono più regolari. L’interno è buio, asciutto e pregno di odore animale. Appena entrate notate che il condotto cavernicolo comincia subito a scendere e ha forma arcuata fatta eccezione solo per il pavimento e che pareti e soffitto sono abbastanza lisce e presentano poche asperità, ma non vi sembra di notare che ci sia stata la mano di qualcuno nello scavo di questa parte della caverna. Dietro la prima curva vi imbattete in tre grossi gorilla che hanno scelto questo luogo come loro tana. Lo scontro, sebbene cruento, si risolve velocemente. Quindi potete proseguire lungo il condotto che dopo essere scesi ulteriormente comincia ad attorcigliarsi su se stesso. Qui vi imbattete in diversi mosaici colorati e sgargianti dipinti su entrambi i lati di questo tratto del complesso. Molti di voi nel tentativo di oltrepassarli vengono confusi e disorientati e si ritrovano a tornare indietro verso l'entrata, invece di scendere nelle profondità. Scoprite che c’è della magia all’opera e in qualche modo riuscite a superarla per poi trovarvi in uno breve slargo dove alla vostra sinistra la caverna prosegue tortuosamente verso il basso e alla vostra destra lungo una parete liscia c’è una porta in legno massiccio. Al di là di essa, superato un vestibolo, accedete ad una stanza dove sul pavimento ci sono i corpi straziati e bruciati di due babbuini e al centro della stessa vedete due statue di pietra dalle sembianze naniche. Queste non appena messo piede nella stanza prendono vita e voi Spacca-Teschi dovete impegnarvi per ridurle in briciole. Liberati dell’intoppo notate che sulle pareti sono dipinti affreschi sbiaditi dal tempo che raffigurano scene di vita nanica indaffarati nella cura e l’allevamento dei loro piccoli e che lungo la parete sud c’è un’altra porta del tutto simile alla precedente e che da accesso ad una stanza vuota più piccola e con anch’essa affreschi sulle pareti che raffigurano cuccioli di nano che giocano e nella loro quotidianità. A questo punto decidete di proseguire nella vostra perlustrazione continuando a scendere lungo il condotto sinuoso che si attorciglia sempre più su se stesso e dopo un’ampia curva vi imbattete in un paio di creature eteree, dalla vaga forma nanica, che oltre ad essere difficilmente feribili procurano un senso di debolezza e spossatezza in chiunque riescano a toccare. Sbarazzarvene non è cosa facile, ma alla fine ci riuscite sebbene alcuni di voi ne escono decisamente provati. Poco oltre, alla vostra destra, trovate un’altra porta che da accesso ad una stanza il cui pavimento e le pareti nella parte bassa sono ricoperte da funghi, muschio e muffe. Non appena entrate alcuni funghi dal colore violaceo e dalle dimensioni considerevoli cominciano ad emettere un suono acuto che riecheggia nel complesso sotterraneo. Decidete quindi di lasciare perdere, ma non appena cercate di riprendere la perlustrazione del condotto altre due creature eteree simili alle precedenti vi attaccano. Anche stavolta lo scontro è duro e nuovamente alcuni di voi vengono toccati ed indeboliti ulteriormente. Nonostante ciò decidete di proseguire scoprendo che, dopo essere scesi ulteriormente, il condotto prosegue dritto per un certo tratto con una piccola stanza che si apre alla vostra sinistra ed una più grande alla vostra destra. In quella piccola c’è una forgia spenta con davanti un incudine di probabile fattura nanica ed alle pareti affreschi che raffigurano nani intenti nella lavorazione dei metalli e nella forgiatura di armi e attrezzi. Mentre in quella grande si intravede al suo centro una statua raffigurante un nano e quindi decidete al momento di lasciarla indietro. Proseguite invece a perlustrare il resto della caverna la quale prosegue verso est in maniera sinuosa, ma l’ennesimo incontro con una delle creature eteree e le conseguenze che ne derivano, vi portano a decidere di ritirarvi nella stanza con gl’affreschi dei nani cuccioli, chiudervi dentro e passare un po’ di ore lì a recuperare le forze. Rinfrancati un po’ dal riposo, scoprite che le due statue nella stanza adiacente si sono rigenerate e spinti dalla necessità di trovare una via alternativa individuate una botola segreta nel pavimento della stanza dove avete riposato che vi fa accedere direttamente al tratto del complesso cavernicolo che avevate sospeso di perlustrare e che scoprite comunque finire in un vicolo cieco che va man mano restringendosi come se fosse la coda di un serpente. Non vi resta quindi altro da fare che entrare nello stanzone verso sud dove si trova la statua con fattezze naniche. Non appena entrate però la statua si anima e a differenza delle precedenti questa emette un suono simile ad un comando e dal soffitto alle vostre spalle scendono a balzi alcuni babbuini che vi attaccano. A differenza di quelli incontrati all’esterno questi però hanno occhi rosso brace e una maggiore aggressività, così come la statua si rivela decisamente più impegnativa rispetto alle altre. Comunque lo scontro si risolve a fare di voi Spacca-Teschi e nonostante le ferite subite tornate ad esplorare il complesso. Qui vedete due porte, una lungo la parete ovest ed una lungo la parete sud. Inoltre vi accorgete che questa parte della struttura sotterranea presenta delle difformità. Qui la volta e le pareti non sono arcuate, ma dritte ed è evidente che si tratti di una struttura artificiale scavata nella roccia. Decidete di verificare prima cosa c’è dietro la porta ad ovest, e dopo averla forzata con un piede di porco accedete ad una stanza vuota in cui le pareti sono affrescate con scene di culto nanico e lungo la parete sud c’è un grosso altare in granito grigio. Sopra di esso ci sono cinque rotoli di pergamena, ma ben presto scoprite che prenderli ha un costo. Infatti ogni volta che una di esse viene afferrata rilascia una forte scossa che lascia indebolito ed inebetito per qualche istante chi la sta toccando. Recuperate le pergamene forzate anche la porta a sud la quale vi rivela una rampa di scale che scende e poi prosegue svoltando a sinistra finendo davanti ad un’altra porta. Forzata anche questa rimanete sorpresi nel trovarvi di fronte una fitta nebbia arancione che blocca totalmente la visuale. A vostre spese scoprite che chi attraversa la nebbia viene pervaso da un freddo gelido che gli penetra nel corpo e nelle ossa indebolendolo ulteriormente. Le sorprese non sono finite! Al di là del breve tratto di nebbia scoprite un corridoio che prosegue verso sud e dal quale dipartono due deviazioni: una subito alla vostra sinistra ed una un po’ più oltre verso destra. Ma la cosa che vi da maggiori preoccupazioni è che sia le deviazioni, sia il fondo del corridoio sono pervasi della malefica nebbia arancione. Dopo coraggiose esplorazioni di Orrusk e Garek scoprite che la prima deviazione è un vicolo cieco mentre quelle a destra e sul fondo finiscono davanti ad una porta. Forzata quella di destra al suo interno trovate tre statue dalle fattezze naniche che circondano un semplice piedistallo in granito su cui è apparentemente appoggiata una pietra rossa grossa poco più del pugno di una mano mezzorchesca. Neanche a dirlo non appena la pietra viene toccata le tre statue si animano e così vi vedete costretti per l’ennesima volta a sbriciolarle, non senza qualche problema. Eliminato l’ostacolo scoprite che la pietra, che supponete sia il leggendario Cuore di Dur , quando afferrata per pochi secondi si scalda fino a bruciare le mani di chi la tocca. Alla fine uno stratagemma di Gorka permette di staccare la pietra dal piedistallo e di portarla via. Allo stremo delle forze e con la necessità di oltrepassare ancora una volta la glaciale nebbia arancione per uscire dal complesso e convinti di aver trovato ciò che stavate cercando, state per ritornare sui vostri passi quando la possibilità che oltre l’ultima porta ci sia una via più semplice per tornare in superficie decidete che Gorka e Khan , ingrandita dall’incantesimo di Orrusk , entrino a dare un’occhiata. Dopo aver oltrepassato nuovamente la nebbia arancione, con qualche problema per Khan , e forzata la porta i due si ritrovano in un’ampia stanza con le pareti affrescate con scene di vita nanica in diverse occasioni non formali della loro vita quotidiana. Inoltre, quasi al centro, c'è un piedistallo in marmo grigio dalla forma pentagonale e sopra di esso c'è una grossa pietra rossa, ma più piccola di quella trovata nella stanza con le statue. Non appena Gorka tocca la pietra rossa il piedistallo si anima e crescendo dal pavimento si trasforma in una massiccia e rozza creatura di terra e pietra, priva di viso a parte la pietra rossa al posto degli occhi. A questo punto Gorka chiama aiuto e, ingrandito pure lui, arriva anche Samael ed i tre assieme riescono, per un pelo, ad aver ragione dell’essere che poi si ritrasforma nel piedistallo. Recuperata la pietra i tre, estremamente malconci, ritornano nel corridoio dove gl’altri, anch’essi non ben messi, li stanno attendendo con preoccupazione.