L’odore di putrefazione e decomposizione riempie in maniera nauseante questa parte della caverna e questo rende ancora più faticoso recuperare le forze da parte degli Spacca-Teschi dopo lo scontro cruento con i non morti. Soprattutto Gorka e Mizdayen, che presentano le ferite più gravi, sono in difficoltà e l’intervento provvido di Barask e le pozioni guaritrici passate loro da Orrusk allievano solo in parte la sofferenza. Comunque dopo esservi ripresi cominciate a guardarvi in giro e notate che il fantasma del giovane mezzorco sta ondeggiando sul posto in maniera diversa dal solito e dopo pochi attimi con la sua voce spettrale comincia a dire “ Sono già stato qui… ricordo… sono già stato qui… ” poi comincia a vagare in maniera errabonda per tutta la caverna costringendovi a repentini balzi indietro per evitare di essere toccati involontariamente dalla figura eterea. Ad un tratto questi si blocca nei pressi di una nicchia, in cui intravedete uno scheletro, si inginocchia ed emette delle flebili e tristi parole “ Padre… padre… svegliati… padre… sono io Goruk… ” Dopo qualche attimo di esitazione Orrusk interviene e riesce a convincere il giovane spettro ad allontanarsi in modo che possiate dare un’occhiata più da vicino ai resti nella nicchia. Si tratta indubbiamente dello scheletro di un mezzorco di bassa statura e, nonostante la grande quantità di polvere e detriti presenti su di esso che fanno supporre che sia passato veramente tanto tempo da quando giace lì, riconoscete che indossa una cotta di maglia e vicino, al suo fianco c’è un grosso spadone. Nel frattempo la prolungata permanenza nella caverna pregna dell’afrore nauseabondo dei non morti procura dei forti conati di vomito nel povero Mizdayen già parecchio provato dalle ferite subite, quindi Garek si vede costretto ad accompagnarlo in un tratto del complesso sotterraneo dove l’aria è più respirabile. Un’ispezione dei cadaveri sparsi per terra da chi riesce ancora a sopportare l’olezzo vi porta a scoprire che indubbiamente i non morti erano elfi oscuri, ma le loro condizioni non vi permettono di capire cosa sia stata la causa effettiva della loro morte. Inoltre il fantasma del giovane mezzorco ha ricominciato a vagare per la caverna ripetendo continuamente le parole “ Sono già stato qui… io ricordo… ” come fosse una triste nenia. Poi finalmente si ferma nei pressi di quello che deve essere stato un crollo strutturale di una parte della caverna e comincia a sussurrare “ Sono già stato qui… io ricordo… sono sul bordo del laghetto… sto giocando… poi un colpo… tutto buio… braccia forti… scure… mi afferrano… mi trascinano… mio padre… Harak… mi sta cercando… lo stanno attaccando… lo stanno uccidendo… gli elfi con la pelle dello stesso colore del cielo di notte… poi tutto trema… la terra trema… poi il silenzio… e io vago… cerco… ma non sono più io… ” Quindi ricomincia ad ondeggiare in maniera strana. Orrusk a questo punto decide di cominciare a smuovere le pietre più piccole o più facilmente rimuovibili alla base della grossa frana ed infine, insieme ad altre ossa elfiche, trovate lo scheletro di un giovane mezzorco con la cassa toracica ed il cranio fracassati dal crollo. Contemporaneamente, siccome avevate deciso di dare fuoco ai cadaveri dei non morti per assicurarvi che questi abomini non possano più in alcun modo tornare alla loro non-vita, Samael e Gorka cominciano a sollevarli e a trascinarli fuori dalla caverna per portarli in quella più grande dove c’è il laghetto, perché dar loro fuoco qui potrebbe mettervi in pericolo a causa dei fumi scaturiti. Ma pezzi di braccia e gambe si staccano facilmente dai corpi a causa di una forte accelerazione dello stato di decomposizione che si sta verificando dopo che li avete abbattuti, per cui decidete di lasciar perdere e trovare una soluzione alternativa. Intanto Orrusk ha ancora parlato con il fantasma del giovane e gli ha promesso che daranno a lui ed a suo padre degna sepoltura al di fuori della caverna, e lo spettro gli ha detto che li condurrà dove viveva con suo padre e dove è già sepolta sua madre e sua sorella. Quindi raccogliete sia i suoi resti che quelli del padre e finalmente cominciate a ripercorrere i tunnel per uscire fuori. Solo Orrusk si trattiene per ultimo e prima di allontanarsi a gambe levate scaglia due Mani Brucianti sui cadaveri dando loro fuoco. Una volta fuori l’aria gelida e sferzante della notte viene accolta come un toccasana dagli Spacca-Teschi ormai con le vie respiratorie pregne del tanfo di putrefazione ed in particolar modo da Mizdayen che è ancora quello messo peggio. Ma non avete molto tempo da perdere perché il fantasma di Goruk si dirige velocemente verso le macerie di Old Axe e seguendolo notate che le oltrepassa e si dirige lungo la Strada Alta verso nord. Allora recuperate le cavalcature ed il resto del vostro equipaggiamento, che avevate lasciato nella costruzione fatiscente scelta per riposarvi, e vi mettete al suo inseguimento. Viaggiate nella notte per quasi due candele, poi lo spettro lascia la strada deviando verso ovest allontanandosi dalle colline pedemontane. Non ci sono sentieri o piste in questa zona, quindi dovete muovervi con cautela e quando poi la creatura si infila in un boschetto rado la presenza di abbondante sottobosco, rovi ed arbusti vi costringe a scendere da cavallo ed aprirvi la strada usando le lame delle vostre armi. Seguite Goruk per circa mezza candela poi sbucate in una radura posta nel boschetto. Al centro di essa ci sono delle rovine, completamente invase dalla vegetazione, di quella che doveva essere un’abitazione in pietra, ma è rimasto poco più del perimetro e qualche pezzo malfermo delle pareti esterne a testimoniare probabilmente il passaggio di secoli. Il giovane fantasma si ferma per un attimo davanti alle macerie, ondeggia per un po’ e dice “ Casa… ”. Poi si dirige verso una zona più defilata da esse e nuovamente si ferma ondeggiando “ Madre… sorella… siamo tornati. ” Gli Spacca-Teschi non vedono nulla se non abbondate vegetazione dove Goruk si è fermato e solo un’opera di pulizia permette loro di riportare alla luce due tumuli nel terreno che non presentano alcuna lapide o indicazione. A questo punto mentre Garek ed il suo fido Mogg scavano due nuove buche poche profonde di fianco ai due tumuli, gl’altri si procurano delle pietre. Quindi ricomponete gli scheletri di Goruk e Harak nelle buche e prima che possiate porvi sopra le pietre vedete la figura spettrale del giovane mezzorco spostarsi sopra il suo scheletro e adagiarsi sul terreno. Ora il suo volto non esprime più dolore ed infinita tristezza, ma ha un espressione più dolce e rilassata, quindi velocemente vedete la figura eterea scomparire e rimanere solo le ossa. Riprendete quindi il vostro lavoro e ricoprite entrambe le buche con le pietre e quando avete ormai ultimato l’opera, con vostra sorpresa la figura eterea di Harak compare sopra il suo tumulo. Ha un’espressione fiera, serena e vi guarda dritto negl’occhi. Poi guarda i due tumuli ed infine il cumulo di pietre che ricopre suo figlio. Per la prima volta sentite la sua voce profonda e vibrante “ Grazie... ci avete ridato la pace e ci avete riportato ai nostri cari… ciò che era mio ora è vostro! ” Quindi lo spettro scivola tra le pietre e scompare. Visto che ormai oltre metà della notte è passata decidete di accamparvi nella radura, ma prima di riposarvi date un’occhiata alla cotta di maglia ed allo spadone che avevate raccolto insieme ai resti di Harak e dopo averli ripuliti completamente dalla polvere scoprite che entrambi sono ancora in ottime condizioni. La cotta è di eccellente fattura e ad uno scrutinio congiunto di Orrusk e Barask risulta essere una cotta di maglia elfica. Che la tiene in vita c’è anche una cintura dorata, che non possiede alcuna proprietà magica, ma presenta in più punti inciso il simbolo di Torm, un guanto d’arme destro in posizione verticale con il palmo rivolto verso chi guarda. Anche lo spadone presenta delle proprietà magiche ed anche il simbolo di Torm, posto proprio sotto la guardia all’altezza della coccia su entrambi i lati. La cosa che vi risulta strana è che nonostante sia stato impugnato per provarlo sia da Samael, che da Orrusk, che da Mizdayen, che da Gorka, solo quest’ultimo si trova a suo agio con esso, mentre a tutti gl’altri l’arma pare sbilanciata e mal proporzionata. Quindi decidete di comune accordo che sia lui a tenerla, mentre la cotta viene affidata a Garek. La notte e parte della mattinata, avete deciso di riposarvi un po’ di più per stavolta, passano tranquillamente e quindi vi rimettete in viaggio lungo la Strada Alta. Verso le prime ore del pomeriggio incrociate lungo la pista un grosso carro di legno trainato da un robusto, ma recalcitrante, asino. A cassetta c’è un omone dai capelli bianchi e disordinati e presenta un segno come di un profondo graffio che va dalla tempia destra fino alla guancia. Indossa abiti in cuoio tipici da viaggio e diversi sacchetti pendono dalla sua cintura. La vostra intenzione sarebbe di proseguire diritto senza perdere tempo, ma il tizio blocca il carro in mezzo alla pista e comincia a rivolgersi a voi con fare cordiale e ciarliero, spesso mettendo già le risposte alle sue domande. Sulle fiancate del carro ci sono delle scritte sbiadite “ Wulfa: Di Tutto e Di Più! ”